Le più eminenti cascate dell’Italia meridionale si adagiano
nascoste nelle bucoliche montagne delle Serre. Ci troviamo nel versante ionico
del massiccio, un luogo affascinante che
si distacca dal paesaggio canone tradizionale dei monti serresi. Il clima caldo
e secco del litorale ionico raggiunge l’interno e i monti e, non di poco, condiziona
il paesaggio. Improvvisamente gli abeti e i faggi cedono il passo al bosco
mediterraneo di sclerofille. Il leccio diventa protagonista della scena e,
addirittura, si porta in alto e raggiunge, e in alcuni casi supera, i 1000
metri. I rilievi poco accidentati e dolci delle Serre qui sono solo un ricordo e ripidi si gettano
nelle valli, percorse da torrenti sempre attivi e carichi di acqua e che, scorrendo in ambienti generalmente
aspri e scoscesi, formano cascate anche di altezze notevoli. È il caso del
Torrente Folea, che nasce nella foresta montana nei pressi di Ferdinandea e
che, percorsi alcuni km, si getta, con più di un salto, per più di 100 metri.
Sono le Cascate di Marmarico, uno dei luoghi più visitati delle Serre. Un luogo
arcano che cattura il visitatore e lo rende piccolo nei confronti della
bellezza. E il sublime in questo caso coinvolge anche chi si reputa un non appassionato
di montagna e natura.
La maggior parte vi giungono dal fondovalle, da Bivongi
(RC). Ma il vero percorso escursionistico parte da Ferdinandea, da quota 1061,
nella zona meridionale della grande e selvosissima dorsale del Pecoraro.
I primi km sono molto agevoli, sempre in leggera discesa,
all’interno di un bosco di faggi. Presente anche qualche rimboschimento di pino
laricio. Ma avvicinati alla ripida
scarpata del Vallone Folea la foresta montana cede il passo alla macchia
mediterranea. In lontananza Bivongi, il Monte Consolino e, naturalmente, il Mar
Ionio.
Via via la discesa si fa decisamente più scomoda. Il rumore dell’acqua sempre più impetuoso e da uno scorcio tra i lecci eccole imponenti e selvagge, le Marmarico.
In un percorso sempre più impervio giungiamo nel fondovalle (650 metri circa) fino alla base dei salti d’acqua dove lo spettacolo è davvero da togliere il fiato. Alcune pozze permettono di fare il bagno. Tento di farlo pure io, ma la mia è solo un’entrata e un’uscita, l’acqua è decisamente fredda.
Poi saliamo un po’ più in alto per vedere ancora meglio le cascate, attraverso un percorso quasi alpinistico, e dove lo spettacolo è ancora superiore.
Nel primo pomeriggio iniziamo la nostra ascesa verso Ferdinandea. Il vero difficile viene proprio adesso. Fa decisamente caldo e questo aumenta la fatica della salita. Ma alla fine ecco nuovamente i faggi e la reggia di Ferdinandea.
Bivongi con il Monte Consolino
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