martedì 24 gennaio 2017

Bosco Archiforo, per una via più meridionale (Monti delle Serre) - 1 novembre 2016

Primo giorno del mese di novembre trascorso nella magnificenza del Bosco Archiforo di Serra. Quest'oggi mi inerpico sul crinale di Monte Pecoraro per una via che non ho mai percorso, un fuori-sentiero sempre insito nello spettacolo di abeti e faggi della selva tra le più pittoresche d'Italia, così odiata e maltrattata dagli abitanti del luogo. 


MAPPA DEL PERCORSO

Come al solito quando effettuo escursioni nel Bosco Archiforo mi adergo sempre dal fondovalle, dunque dall'orto botanico Rosarella. Da questo punto, che corrisponde alla periferia sud-orientale di Serra,  mi guido verso il noto "sentiero Archiforo", ben segnalato già dal paese e, nel momento in cui la redola si avvia alla salita, dopo i tre scalini alla base di un grande abete bianco, trascuro la mulattiera e mi avvio liberamente lungo il costone che si staglia ripido a destra. Il bosco è a dir poco uno spettacolo, con grandi abeti e faggi. La quota decisamente bassa tende ancora a mantenere una verde colorazione del fogliame di faggio.





Che dire! Archiforo non desiste mai di strabiliare, ogni  angolo del suo oceano verde è una fonte di puro scuotimento per l'anima, sempre splendidamente meraviglioso, un piccolo paradiso baciato da un terreno divenire, ma anche da una certosina presenza che avvicina questi luoghi alla beatitudine celeste.



Approdo così sulla carrozzabile proveniente dal bivio per Arena, che viaggia a mezza costa e che taglia in due la foresta. Seguo detta pista andando verso destra, che sarebbe una ciclabile ma che viene usata anche dalle macchine, disgraziatamente. Dopo una curva molto destrosa la pista asfaltata gira a sinistra. Subito punto a sinistra della strada bianca stessa, per il costone che la mappa topografica segna, forse erroneamente, come Pietra del Signore, ma non c'entra nulla il monolite posto in tutt'altra zona dell'Archiforo. Il costone sale a tratti ripidamente in direzione sud-est e se prima i colori autunnali non avevano ancora  preso il possesso della scena, adesso invece mostrano il loro teatrale cromatismo. Ma nulla di eccezionale. Ci sono poche foglie: il vento, giorni fa, ne deve aver staccato molte. 
Da uno squarcio tra il fogliame è possibile osservare dei rilievi lontani e, dalle forme, capisco che si tratta delle vette della Sila Grande, zona Timpone Bruno e di M.Botte Donato. 




Da notare il particolare della Sila in lontananza

Arrivo così sul crinale di M.Pecoraro. E' la prima volta che arrivo su per un costone così meridionale.








Completo l'anello scendendo da una delle vie che passano dalla Pietra del Caricatore. 


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